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È iniziata la stagione dei tartufi e, al momento, i prezzi sono in calo: 50 euro all’etto contro gli 80 dell’anno scorso. “I raccolti migliori – ha commentato alla stampa Piero Botto, presidente dell’Associazione Tartufai di Asti e del Monferrato – si avranno a metà novembre” ed è prevista una stagione più abbondante di quella dell’anno scorso conclusasi con una produzione di circa 40 quintali.
Nella famiglia di questi funghi particolari il tartufo bianco d’Alba resta sempre uno dei più pregiati. Cresce nel sottobosco delle Langhe, nella zona circoscritta tra Alba e il Monferrato. A seconda della pianta con cui cresce in simbiosi, pioppo, quercia, salice, ciliegio, ecc…, il tartufo assume caratteristiche diverse.
I tartufi bianchi di d’Alba in genere sono piuttosto piccoli. Tuttavia alcuni possono pesare anche oltre i 400 grammi. Il colore è chiaro con venature rosa quando si affetta; l’aroma è intenso e di buona persistenza. Al contrario di suo fratello, il tartufo nero, quello bianco non va cucinato ma aggiunto alle preparazioni già cotte e pronte per essere mangiate.
Bastano poche scaglie per profumare i piatti, come primi, uova e fondute, perché di elevata qualità.