Regina del Monte Argentario è senza dubbio l‘anguilla che fa la sua fine “affumicata”, “marinata” e poi “condita” con una salsa a base di peperone e aceto, lo scaveccio. Questo pesce regna sovrano nella laguna di Orbetello e già a partire dall’Ottocento era nota la sua preparazione ” marinata”, condita con aceto bollito e peperone, appunto.
Questa fetta di territorio toscano che va da Talamone a Capalbio, lungo la costa maremmana, compreso le isole di Giannutri e del Giglio, vanta dei presidi Slow Food come la bottarga di Orbetello, ricavata dalle uova del cefalo, e la palamita, della famiglia dei tonni, i cui filetti sono ottimi sott’olio aromatizzati con foglie di alloro e pepe. Altre specialità di mare del posto sono l’ombrina e il cefalo affumicati. Tutti piatti da assaggiare nel ristorante gestito dalla cooperativa di pescatori di Orbetello.
Dalla laguna all’entroterra, l’itinerario è breve e qui è territorio di caccia che porta sui piatti un cinghiale servito alla cacciatora, un capriolo alla palma ma anche le lumache di terra.
Ma non si esce dalla cucina tipica dell’Argentario senza aver assaggiato un piatto povero, ma ricco di tradizione: l’acquacotta, un brodo di acqua, cipolla, olio, pomodoro, odori, pane raffermo e uovo, alla fine una spolverata di pecorino non ci sta male.
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