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L'Italia dovrebbe essere la patria dell'olio e invece due bottiglie su tre che finiscono nelle nostre tavole contengono "oro giallo" straniero. Ma anche noi consumatori possiamo fare la nostra parte cercando di avere pazienza e leggere l'etichetta del prodotto. Una operazione che purtroppo non è facile e nemmeno scontata: la trasparenza è sotto accusa visto che, come afferma Coldiretti, sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva.
Già perché la scritta è spesso riportata in caratteri troppo piccoli, nascosta dietro la bottiglia, o collocata in una posizione sull'etichetta difficilmente visualizzabile. E magari si possono leggere nomi che richiamano all'italianità ma che invece sono ingannevoli.
Quindi, in attesa che cambi qualcosa a livello legislativo, bisogna fare attenzione, leggere bene e cercare negli scaffali dei supermercati extravergini a denominazione di origine Dop ottenuti da olive italiane. Perché, come spiega ancora Coldiretti, l’attacco all’olio italiano mette a rischio un patrimonio ambientale con oltre 250 milioni di piante sul territorio nazionale che garantiscono un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative all’anno e un fatturato di 2 miliardi di euro.