Tra i banchi del mercato spuntano i primi carciofi, dove sovrano è il carciofo romanesco, tipico del Lazio ha anche un’Igp.
Chiamato anche “cimarolo” si presenta compatto e senza spine. Si raccoglie appunto da febbraio a maggio ed è impiegato nella preparazione di vari piatti suddivisi tra primi e contorni, alcuni tipici come “i carciofi alla Giudia” o “alla romana” e “alla matticella”.
La zona di produzione di questi carciofi si estende tra le province di Viterbo, Roma e Latina. Il carciofo romanesco in quanto Igp è tutelato da un disciplinare con tanto di articoli, tra cui leggiamo che il consumo fresco deve rispondere alle seguenti caratteristiche: “diametro dei cimaroli non inferiore a centimetri dieci; diametro dei capolini di primo e secondo ordine non inferiore a centimetri sette; colore da verde a violetto; forma di tipo sferico”.
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