Nella nota catena di fast food internazionale (McDonald’s, tanto per non fare nomi!) in questo periodo viene proposto l’hamburger di Chianina, che puntualmente noi di Missione Cucina abbiamo sperimentato. Ci dispiace, ma anche questa volta, passino i dessert di Gualtiero Marchesi, non ci siamo.
L’hamburger di Chianina è un’altra storia e non si può certo proporre con un ensemble di cipolle fritte, salsa di noci e crema di pecorino. Se l’intento è di presentare i prodotti italiani del territorio, l’operazione non sembra riuscita.
Unico fattore positivo che ne beneficeranno gli allevatori del Centro e Nord Italia come fornitori di carne di Chianina Igp umbra e toscana, oltre che di razza piemontese. L’accordo è stato siglato con la Filiera agricola italiana spa in associazione alla Coldiretti e con Inalca.
E in Valdichiana, patria del vitellone bianco, è già rivolta. In un articolo inviato alla redazione si legge:
“È notizia di questi giorni l’arrivo della carne chianina all’interno della più famosa catena mondiale di fast food. Gli hamburger di chianina sono i protagonisti di un’offerta speciale che intende promuovere il consumo di carne di qualità e le eccellenze di un territorio, come già accaduto in passato con altri prodotti. La presenza della carne chianina all’interno di una catena di fast food, se non pone delle riserve sulla qualità della carne utilizzata, perlomeno pone dei seri dubbi sull’utilità di un’operazione del genere per la tutela dei valori appena citati.
Il punto focale della vicenda è però, a mio avviso, l’utilizzo dei paesaggi della Valdorcia e di una scenetta artefatta con dialetti imprecisi per lo spot pubblicitario dell’hamburger di chianina. La vendita di un prodotto diventa quindi la vendita di un territorio e di un modo di vita, utilizzati come strumenti di promozione dell’offerta speciale.
Nel caso della chianina, il fast food persegue un fine commerciale: sta vendendo un prodotto, e indirettamente un territorio. Cambiare la location di un set pubblicitario non è soltanto una strategia commerciale, ma anche una svendita non autorizzata del nostro territorio. La Valdorcia si vende meglio della Valdichiana, all’estero, quindi utilizziamo le immagini della Valdorcia per promuovere la Valdichiana, anche quando si parla di carne chianina? Dovremmo forse fare lo stesso per le altre eccellenze enogastronomiche, o per le altre attrazioni del nostro territorio?”
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