Un tempo la preparazione delle uova benedette seguiva un determinato rituale legato alla Pasqua. In Toscana, la domenica di Pasqua, all’ora di colazione, la famiglia si riuniva sedendosi intorno alla tavola apparecchiata con una tovaglia fresca di bucato. Prima di recitare la preghiera, la massaia di casa metteva le uova benedette dal prete in una casseruola con l’acqua fredda e quando cominciava a bollire, intonavano il “Credo”. A fine preghiera, le uova erano già cotte. A tal fine, non bisognava pregare né velocemente né lentamente, perché nel primo caso le uova sarebbero state ancora crude e nel secondo troppo cotte da assumere un colore verdolino.
Queste tradizioni sono ormai scomparse, ma in alcune famiglie cristiane si fa ancora la colazione di Pasqua senza il rituale della cottura delle uova (che possono anche essere preparate in pochi minuti utilizzando un cuociuova), mangiandole sode insieme alla ciaccia di Pasqua, con carne salata o formaggio, affettati, dolcetti pasquali, tra cui, restando in Toscana, le ciaramiglie, accompagnate magari da vin santo.
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